I celebri coralli di Torre del Greco sono al centro di un'esposizione, “Duecento più uno. Due secoli di lavorazione del corallo a Torre del Greco”, organizzata ad Ercolano dall’Assocoral, che si chiuderà nel prossimo weekend, dopo circa un mese di esibizione degli oggetti più belli dei migliori artigiani torresi. Passato, presente, ma anche futuro dell’arte di lavorare il corallo in una delle località di maggiore tradizione mondiale nel settore, oggi sede di oltre 350 aziende, con un fatturato che sfiora i 170 milioni di euro ed esportazioni che raggiungono anche Giappone e Stati Uniti.
Una mostra per gli amanti del corallo organizzata dall’Assocoral, l'Associazione Nazionale Produttori di Corallo, Cammei e Materie Affini, nella cittadina campana di Ercolano. Un modo per festeggiare il bicentenario della lavorazione del corallo e del cammeo di Torre del Greco, terra di grandi tradizioni in questo ambito, dove operano oggi più di 350 aziende, che contano in totale circa 5.000 dipendenti. La mostra “Duecento più uno” resterà aperta ai visitatori ancora per un weekend. La sede è quella di villa Campolieto ad Ercolano.
La storia del corallo a Torre del Greco inizia nel 1805, quando il re Ferdinando IV di Borbone concesse ad un marsigliese di lavorare il corallo nel borgo marinaro vicino Napoli. Così, l’arte della lavorazione di questo prezioso e ricercato materiale venne importata in quel luogo, che sarebbe diventato con il passare del tempo un punto di riferimento a livello internazionale per quest’arte. La mostra è articolata in tre tappe. Nella prima si fa riferimento al passato e alle collezioni che testimoniano l’arte dei primi maestri di Torre del Greco. In mostra spille, bracciali, collane, incisioni a cammeo e sculture realizzate dagli artigiani torresi.
Nella seconda area della collezione sono in mostra gli oggetti degli artigiani contemporanei, che continuano a lavorare il corallo seguendo le tradizioni e gli insegnamenti degli antichi maestri. Dopo il passato e il presente, la mostra di Ercolano si rivolge anche al futuro del settore, tema centrale dell’ultima parte dell’esposizione, nella quale è possibile ammirare le proposte dei 10 finalisti del Concorso Internazionale di idee “Torre del Greco Coral and Cammeo Awards”, opere di giovani designer realizzate da aziende torresi. In mostra anche documenti inediti, come quelli che attestano l’impegno sottoscritto dalla Camera dei Deputati, fin dalla sua istituzione nel 1808, nella tutela della pesca e della lavorazione del corallo di Torre del Greco. “La mostra – ha detto Mauro Ascione, presidente di Assocoral – non è solo un omaggio alla storia dei corallai di Torre del Greco, ma è anche una testimonianza del valore e delle capacità che le nostre imprese hanno dimostrato ieri, dimostrano oggi e continueranno a dimostrare domani. L’importanza della produzione del corallo per la nostra città è molto importante e ne è dimostrazione anche l’enorme successo che la manifestazione sta riscuotendo tra il pubblico dei non addetti ai lavori”.
Un fatturato di 170 milioni di euro, con esportazioni che raggiungono anche Stati Uniti e Giappone, oltre a vari paesi europei. Sono alcuni dei numeri che rendono l’idea del fenomeno della lavorazione del corallo a Torre del Greco, una località che fon dal ‘500 ha basato la sua economia sulle risorse marine.
Dagli inizi dell’800, poi, il settore del corallo è cresciuto a ritmo esponenziale. Già alla fine dell’800 le “coralline”, le barche usate per la pesca dei coralli, costituivano una flotta di circa 400 imbarcazioni. Oggi all’arte di lavorare questo prezioso materiale, si è aggiunta a Torre del Greco una florida tradizione di orafi, tanto da rendere la cittadina campana nota a livello mondiale per la lavorazione di materiali preziosi. La mostra “Duecento più uno. Due secoli di lavorazione del corallo a Torre del Greco” ripercorre nella sua interezza questa particolare ed affascinante arte.
Articolo di Fabrizio Dalle Nogare
Fonte Web
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